Esattamente 108 anni fa, il 30 novembre del 1906, nasceva il più grande di tutti. John Dickson Carr, o più semplicemente The Maestro, come lo ha nominato Robert Adey, scrive questo Hag's Nook nell'impervio e incerto autunno del 1932. Da pochissimo tempo la moglie Clarice ha scoperto di essere incinta, e ai due ragazzi servono soldi per lasciare gli Stati Uniti alla volta dell'Inghilterra.
Pubblicato nel 1933, il romanzo è memorabile soprattutto perché vede l'esordio del pantagruelico Gideon Fell, lessicografo in pensione ed ex docente universitario, modellato sulla figura del più grande idolo di Carr, G. K. Chesterton. Quest'opera segna anche, un po' improvvisamente, il passaggio da un primo periodo letterario, essenzialmente goticheggiante e grandguignolesco, ad un secondo, in cui le atmosfere da incubo sono governate da una gestione degli elementi orrorifici assolutamente sorprendente.
Dopo la mediocre prova di Poison in Jest, un testo in cui l'autore tenta vanamente di scrollarsi di dosso i retaggi del passato, con Hag's Nook Carr fa centro: "the plot, the atmosphere, the narrative flow, and the characters are all clearly developed and carefully integrated" (Douglas G. Greene).
L'intreccio è, come spesso accade, pieno di mistero ed elementi inquietanti: nell'apparentemente sonnolento villaggio inglese di Chatterham aleggia un'atmosfera sinistra, a causa in particolare delle rovine di una prigione ormai decadente, il cui direttore era, in passato, per tradizione, un membro della famiglia Starberth. Secondo la leggenda, il primogenito della famiglia è destinato a morire con il collo spezzato, proprio come tutti quei condannati che nelle epoche precedenti venivano impiccati dopo aver vissuto in condizioni disumane. Secondo le bizzarre disposizioni testamentarie, il giorno del suo venticinquesimo compleanno il primogenito della famiglia dovrà trascorrere del tempo, da solo, all'interno della prigione, entrando così in possesso di alcuni documenti che sono clausola fondamentale per ottenere l'eredità. Quando il giovane Martin, compiuti 25 anni, sarà trovato morto con il collo spezzato nonostante la sorveglianza di Fell, sembra davvero che la maledizione non possa essere eliminata.
Hag's Nook, tradotto splendidamente in Italia da Francavilla, è una prova di eccellente maturità stilistica. L'intera prima parte, che si snoda almeno sino al delitto di Martin (poco più di 60 pagine) è una pura meraviglia. La rappresentazione di una Inghilterra rurale e sonnolenta, vista per la prima volta con gli occhi di un americano (quel Tad Rampole che prende il posto di Jeff Marle come narratore) è magica ed incantevole, in cui traspare, vivido ed intenso, l'amore di Carr per questa terra, che aveva visitato pochi anni prima (il giardino inondato di sole, la meridiana e le cassette per gli uccelli, il profumo di legno vecchio e le tendine tirate di fresco).
La presentazione dei personaggi (Rampole e Fell su tutti) è spassosa, ed uno humor gustosamente chestertoniano domina tutta l'opera, capace di smorzare in modo pregevole la suggestiva e fosca atmosfera sovrannaturale, al solito molto ben evocata.
In mezzo ad una miriade di riferimenti, sia letterari (Wallace, Conan Doyle, Poe e i crittogrammi), che autobiografici (l'Haverford College, le proprie vicende familiari), Carr inscrive un intreccio di buona qualità e sorretto da una discreta quantità di indizi, che si conclude con il solito, potente, finale, che lascia un gusto dolce-amaro.
E' un peccato che nella seconda parte la tensione cali leggermente di tono, che il numero dei sospettati rimanga per tutto il tempo piuttosto ridotto e che, soprattutto, la soluzione arrivi più per inerzia che per altro, con un Fell che non mostra quella capacità di sintesi deduttiva che lo contraddistinguerà nelle opere successive.
Nonostante tutti questi piccoli difetti, la maturità nella gestione del sovrannaturale è evidente: l'intera sequenza della perlustrazione della prigione dopo il delitto, tra ratti, polvere e pipistrelli, ricorda, pur se più breve, quella di Bencolin nel castello di Castle Skull. Ma se in quel romanzo alla fine veniva trovato il cadavere murato del guardiano, in Hag's Nook Fell non troverà nulla. Saranno, da una parte, questa abilità nel non sottintendere più necessariamente alle leggi della narrativa dell'orrore, e dall'altra il padroneggiare ogni genere letterario con gusto unico ed inimitabile, i grandi marchi di fabbrica dello scrittore americano.
Hag's Nook è, in definitiva, un romanzo da leggere, una squisita gemma di un autore le cui opere non sono invecchiate di un solo giorno dalla loro pubblicazione.