sabato 19 luglio 2014

The Nine Tailors (Il segreto delle campane, 1934) - Dorothy L. Sayers



Il più alto tentativo di inserire un raffinato enigma poliziesco all'interno di un'opera di costume coincide con uno dei maggiori romanzi dell'intero 900 britannico. Dorothy L. Sayers è sempre più lontana in questi anni dal semplice enigma deduttivo formale, attratta invece dal mondo della comedy of manners applicata al genere letterario che l'aveva consacrata. Inserita convenzionalmente insieme a Christie, Marsh e Allingham nel gruppo delle Crime Queens, è in realtà un'autrice dalle larghe sfaccettature, dotata di uno stile unico e ineguagliabile. 
Lord Peter Wimsey e il fedele Bunter sono in viaggio quando, l'antivigilia di capodanno e nel mezzo di una bufera, la loro macchina finisce in un fosso e sono costretti a continuare a piedi. Arrivano nel piccolo paesino adiacente di Fenchurch ST. Paul, nella grande e desolata pianura dei Fens, dove la Sayers aveva passato l'infanzia. Qui Wimsey incontra il rettore della chiesa Venables, il quale lo aiuta a trovare riparo, anche grazie alla moglie. Fenchurch St. Paul è famoso per l'antica chiesa e i meravigliosi concerti delle otto campane presenti nell'altissima torre. La notte di capodanno Wimsey si dimostrerà anche un ottimo campanaro, sostituendo egregiamente l'ammalato Will Thoday.
Qualche tempo dopo, nel piccolo cimitero adiacente alla Chiesa, dentro la tomba di un altro defunto (aperta per seppellire la moglie di questi, morta a causa di una terribile influenza che dilagava in quella zona), viene ritrovato il cadavere di un uomo, morto circa quattro mesi prima, con le mani mozzate e con il volto sfigurato. A causa della mancanza di ferite nessuno riesce a comprendere le cause della morte, ma soprattutto nessuno nel villaggio ha idea di chi sia la vittima. Venables decide così di chiamare ad indagare Lord Peter, ma anche per lui sarà molto difficile venire a capo del mistero. 
Grandioso affresco della vita da villaggio del tempo, spossata da forti sprazzi di inquietudine religiosa, pieno di digressioni, dalla campanologia alle maree, e minuziose descrizioni d'ambiente, in cui la Sayers mette la propria magnificente cultura al servizio dell'opera, per un risultato meravigliosamente evocativo e sontuosamente letterario. Una commedia umana che non rinuncia allo humor, alle tinte aspre e alle scene forti, che si apre e termina ciclicamente con le feste natalizie. Se da una parte i personaggi sono memorabili e il finale di estrema cupezza, dall'altra la Sayers regala un intreccio poliziesco tecnicamente eccellente, sorretto da abili indizi e gestito con sapienza. La soluzione, infine, è ingegnosa e sorprendente.
Immerso in un clima alla Austen, il lettore spesso dimentica di trovarsi all'interno di un romanzo poliziesco, e si limita a godere di una dolce narrazione di straordinaria densità, ma nello stesso tempo eccitante e appassionante.
Se la perfezione non esiste, Miss Sayers si è avvicinata molto. Inserito giustamente in tutte le liste dei più grandi gialli di sempre, Il segreto delle campane è sempre disponibile  nella splendida traduzione di Francavilla. Peccato per il titolo italiano, che non ha nulla a che fare con quello originale.

4 commenti:

  1. Sulla Sayers mi consegno colpevole; frenato a torto di coloro che la ritengono noiosa fino all'eccesso mi sono approcciato al suo mondo (perchè gi autori unici creano mondi a conto loro) solo all'inizio di quest'anno (grazie a un amico che li ha letti tutti cronologicamente), con Lord Peter e l'altro e GLi occhi verdi del gatto, ed è stato grande amore. Purtroppo sono in un periodo molto frenetico e non ho la giusta concentrazione e il giusto climax per godermi appieno i complessi libri dell'autrice, per me la Sayers merita tutta l'attenzione del lettore, e ora più che letture veloci di una mezz'ora non mi posso permettere; ma non appena avrò più tempo proseguirò con estremo piacere la scoperta della grande Dorothy. E invito chi ha ancora dei dubbi a fidarsi tranquillamente del post di Stefano.

    PS una piccola digressione sui Christie ritradotti; sai mica dirmi dove posso trovare le traduzioni recenti che segnali di "Avversario segreto" e "Non c'è più scampo"? le altre le ho localizzate nei classici del giallo,ma queste due non capisco dove possano essere state proposte.Grazie mille.

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  2. La Sayers è poco conosciuta in Italia rispetto ai paesi anglosassoni, ed è un peccato. Nel periodo anteguerra - complice forse anche il giudizio di Tedeschi - ha vissuto un vero e proprio ostracismo editoriale. Un po' come Berkeley, che infatti è stato riscoperto in tempi recenti, la Sayers ha avuto una breve fortuna tra gli anni 80 e 90, per poi cadere ingiustamente nel dimenticatoio della Mondadori.
    Per quanto riguarda la Christie: Avversario segreto lo trovi negli Oscar Gialli 71/1307 del 1981; Non c'è più scampo nei classici del giallo 488 del 1985 oppure nell'omnibus Testa d'uovo: Quattro indagini di Hercule Poirot.

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  3. Beh, da non-fan dell'operato di Alberto Tedeschi (per me noi giallofili dobbiamo molto di più alla gestione Orsi- Grimaldi) non mi stupisco di questo ostracismo insensato; ma da da una parte sai cosa ti dico? bene. Bene perchè almeno molti dei romanzi della Sayers, di Abbot e di altri ignorati sono stati tradotti di recente e come Dio comanda; per Tedeschi avremmo avuto tutti dei "Sincope" e "Lord Peter e l'altro" usciti scandalosamente tagliati in prima edizione Italiana. Almeno "Veleno mortale", "Ata marea" "Il segreto delle campane" "Un'indagine romantica" e "Cinque piste false" non hanno conosciuto l'onta di uscire versione Bignami.

    Dunque, per quanto riguarda le traduzioni della Christie, Avversario segreto ce l'ho da tempo (pensavo fosse solo prefato dalla Volpatti, non anche tradotto) mentre di Non c'è più scampo ho il CG che mi dici, ma riporta ancora Piceni come traduttore...un errore della redazione?

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  4. Purtroppo non credo che Tedeschi avesse tutte le colpe nelle grandi manipolazioni dei testi, anche perché i dettami dall'alto erano piuttosto eloquenti. Di certo è vero quello che dici: per fortuna tanti autori sono stati riscoperti dagli anni Ottanta in poi. In Mondadori arrivarono studiosi straordinari - Roberto Pirani, Mauro Boncompagni etc - che hanno fornito un totale cambiamento di approccio al testo. Senza di loro, temo si sarebbe fatto molto meno.
    Avversario segreto traduce la Volpatti, mentre Non c'è più scampo dovrebbe essere Giumelli, ma non ho controllato. Se c'è scritto Piceni credo sia un errore al 100%, e penso che leggendo il testo si possa intuire. Poi in quegli anni tutti i Christie uscivano nei classici ritradotti, perciò immagino che lo sia anche quello.

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