Gli appassionati di Delitti Impossibili e Camere Chiuse sanno bene quante opere critiche siano state scritte sul tema. La Bibbia Anglosassone è ovviamente il testo edito nel 1991 da Robert Adey, Locked Room Murders, opera compilativa che cita – con relativi problema e soluzione – oltre 2000 impossible crimes, tra romanzi e racconti, oltre ad una lunga introduzione che rappresenta ancora oggi una fondamentale panoramica del genere. Il grosso problema dell'opera – di cui era conscio anche Adey – è la mancanza sostanziale di opere francesi, che invece hanno fornito – e continuano a fornire – esempi straordinari. Perciò appare fondamentale il contributo che a partire dagli anni Novanta hanno apportato il francese Roland Lacourbe e gli studiosi belgi Soupart, Fooz e Bourgeois. Lacourbe ha pubblicato la prima opera critica nel 1991 – 99 Chambres Closes – mentre nel 2007 è uscito l'eccellente Mysterès à Huis Clos e tra il 2013 e 2014 i due volumi, già citati negli articoli precedenti, 1001 Chambres Closes. In tutti e tre i testi gli autori cercano di fornire al lettore una sorta di bibliografia di riferimento, una tabella dei più importanti romanzi e racconti mai scritti.
In 99 Chambres Closes, dopo una introduzione a cura di Adey, Lacourbe si sforza di creare una lista di romanzi – che vengono analizzati, e questo rappresenta il vero plus rispetto alle opere precedenti – il più possibile omogenea, tenendo fuori però John Dickson Carr. La scelta è ovviamente condivisibile: inserire l'autore americano vorrebbe dire creare un profondo sbilanciamento, perché per prolificità e qualità nessuno può mai essere paragonato all'americano.
Se andiamo a analizzare la lista nei dettagli, vediamo come la maggior parte delle opere citate è però piuttosto marginale. Questo è dimostrato dal fatto che, nella lista successiva, quella del 2007 – in cui sono inseriti sia Carr che Halter – la maggior parte dei romanzi citati in questo 99 Chambres Closes sono assenti. In pratica questo testo racchiude tanti romanzi minori, di tantissimi autori diversi, che nel recente 1001 Chambres Closes sono valutati in modo alquanto dispregiativo: Eberhart (Hunting's End, 1930), Mona Gloria (L'énigme de la chambre close, 1938), Freeman (The Jacob Street Murder, 1942), Wallace (The Clue of the New Pin, 1923) etc. Per non parlare dei romanzi citati nei capitoli 33 autres curiosités e dernière minute.
Per questo motivo io ritengo che il vero motivo di interesse dell'opera risieda nei paragrafi in cui Lacourbe e Adey indicano i loro romanzi preferiti. Entrambi, evitando ogni opera di Carr, citano solo veri capolavori: Lacourbe con Alan Thomas, Vindry, James Roland, Rawson, Boileau, Lanteaume etc; Adey con Winslow & Quirk, Queen, Bruce, Christie, Anthony, Crispin, Rogers, Sladek etc.
Per quanto le loro opinioni possano essere cambiate negli ultimi tempi, saltano all'occhio due elementi: il primo è il fatto che Lacourbe predilige opere francesi – ma cita anche Rawson – mentre Adey non accenna ad alcuna opera scritta nella lingua di Leroux. Il punto numero due verte invece sul fatto che dei 10 autori citati da Lacourbe e dei 15 di Adey, ce n'è solo uno in comune: Hake Talbot. Ma Lacourbe preferisce – come buona parte della critica europea – The Hangman's Handyman (1942), mentre Adey cita Rim of the Pit (1944).
La differenza di vedute tra i due esplica da una parte l'immensità di materiale letterario sul genere, ma dall'altra anche l'evidente spaccatura che esiste tra i critici anglosassoni e quelli europei – per lo più francesi. Ognuno tira acqua al proprio mulino, e come vedremo nelle analisi dei testi critici successivi, spesso si eccede nelle valutazioni.
Nel complesso questo 99 Chambres Closes è quindi un'opera eccellente e non solamente perché una delle prime: rappresenta un volume perfetto per un neofita e offre una panoramica vasta e precisa dei tanti autori – alcuni validi, altri meno – che si sono cimentati con il genere.
Buon articolo; spero che, come riportato, proseguano le recensioni relativi ai libri critici sull'argomento, sono davvero ottime per chi vuole maneggiare con cura le opere. Colgo l'occasione per chiederti se hai qualche indicazione per reperire il volume di Adey, è da moltissimo tempo che lo sto cercando. Grazie mille sin d'ora. Alberto
RispondiEliminaCiao Alberto,
RispondiEliminadi certo continuerò con le analisi di questi testi critici. Per quanto riguarda il libro di Adey io l'ho comprato l'anno scorso su amazon.uk a un prezzo piuttosto alto. Per trovarlo si trova, soprattutto su amazon.com, però purtroppo è un volume estremamente raro e perciò costoso: difficile trovarlo a meno di 200€, purtroppo.
Complimenti per la tua preziosissima opera di divulgazione. Avrei da farti una domanda che non c'entra nulla con l'articolo ma solo tu puoi aiutarmi, almeno credo; mi accingevo a leggere il romanzo di Carr con Merrivale "H.M. e il ladro di Tangeri", ma mi sono accorto che la mia copia del libro termina piuttosto bruscamente a pag. 332 ;siccome termina dopo un discorso compiuto e col punto, non è che il libro finiva così di suo (magari la Mondadori voleva risparmiare carta, visto che le pagine erano molte) oppure, come temo, mi manca qualche pagina alla fine del volume? (anche se non ci sono strappi). Mi potresti dire, se hai una copia tua a portata di mano, se e quante pagine mi mancano, o se posso comunque leggerlo perchè magari mancano solo i convenevoli finali? ciao e grazie.
RispondiEliminaCiao Omar, e grazie. Ti faccio sapere qualcosa mercoledì, appena rientro a casa e posso dare uno sguardo al libro.
RispondiEliminaCiao Omar, io ho il classico numero 711 e il romanzo finisce a p. 335. C'è un dialogo in ogni caso.
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