La quadratura del cerchio per Conan Doyle arriva solamente con il racconto breve. Le feroci difficoltà incontrate nella forma romanzo scompaiono di fronte alla strabiliante capacità di sintesi dello scrittore di Edimburgo: limpidi e coerenti strutturalmente, i racconti appaiono inizialmente nell'agosto del 1891, a partire dal celebre A Scandal in Bohemia, e vengono riuniti in volume l'anno seguente. Il testo, dal titolo The Adventures of Sherlock Holmes, è il primo notevole contributo dell'autore alla narrativa poliziesca.
Le Avventure di Sherlock Holmes (1892)
Secondo alcuni il capolavoro assoluto dell'autore, secondo altri solo il primo tassello di un grande puzzle, questo volume di storie brevi rimane di ottima fattura nonostante l'età. Le opere non sono certamente trionfi di plot, ma nascondono all'interno tantissimi e gustosissimi motivi d'interesse: una meravigliosa e sottile evocazione dell'Inghilterra rurale del tempo, popolata da eccentrici gentiluomini (come Holmes e Watson), donne in pericolo, bizzarri capi di stato e furbi mascalzoni di ogni genere. Vere commedie di costume, queste brevi opere restituiscono tutta la bellezza e la genuinità della Londra del tempo, dei suoi abitanti, dei suoi usi e costumi, raccontati con brio e piglio narrativo, dosando meticolosamente ogni parola. L'autore mostra di voler variare molto i propri intrecci e le proprie ambientazioni, e lo fa con bravura, nonostante questo significhi trascurare l'elemento "enigma”.
A Scandal in Bohemia (Uno scandalo in Boemia)
Il principe ereditario di Boemia si presenta in incognito a Londra per affidare a Holmes il compito di recuperare delle foto compromettenti che lo ritraggono con Irene Adler, donna di spettacolo e avventuriera, che desidera renderle pubbliche per impedirne il matrimonio. Il primo e forse più celebre racconto di Doyle è in buona parte speculazione. Incentrato sul personaggio di Irene Adler, o "La Donna" come la chiamerà Holmes, che subisce qui una delle sue rare ma cocenti sconfitte, il racconto si legge con piacere, ma la storia ha poco carattere, alcuni personaggi appaiono decisamente macchiettisti (il principe di Boemia) e Holmes fatica ad entrare nella parte.
Al di là delle banali deduzioni iniziali il suo raziocinio offre pochi spunti divertenti, e anche il trucco per far uscire fuori la foto dalla casa è decisamente telefonato. Non mancano momenti di genuina comicità (Holmes che finge di essere stato ferito o viene scelto come testimone di nozze), ma non bastano. Parlo di speculazione a causa dello sfruttamento, negli apocrifi e al cinema, del personaggio di Irene Adler, che invece non comparirà più in Doyle.
The Adventure of Red-Headed League (La lega dai capelli rossi)
Nel 1999 La Lega dei Capelli Rossi si è classificata seconda (dietro a L'avventura della fascia maculata) in un sondaggio che ha coinvolto molti appassionati e studiosi delle opere relative all'immaginario holmesiano. La motivazione mi è oscura.
La struttura, quella di un lavoro apparentemente bizzarro e assurdo richiesto ad un personaggio che poi finirà nei guai, è quella caratterizza un buon 60% dei racconti di Doyle, ma qui è sfruttata con debolezza e senza immaginazione. La truffa alla base del misfatto è prevedibile, mentre la suspense è totalmente assente. In assoluto, uno dei più deboli di tutta la raccolta.
A Case of Identity (Un caso di identità)
Questo è un caso peculiare di Conan Doyle, che contiene, in germe, molti caratteri tipici: una vicenda bizzarra, una sparizione misteriosa, una ragazza indifesa ingannata, un villain incapace di rinunciare ai soldi e i travestimenti. Una giovane ereditiera, Mary Sutherland, si presenta da Holmes pregandolo di indagare sulla improvvisa scomparsa del promesso sposo, Hosmer Angel, svanito nel momento in cui si stavano recando in chiesa per sposarsi.
La soluzione è debole, i travestimenti del villain decisamente ridicoli e la miopia della ragazza su chi si trova di fronte oltre i limiti dell'assurdo. Ma nonostante tutto la storia è godibile, e Holmes, che se la ride sotto i baffi dall'inizio alla fine (povera ragazza!) è in discreta forma.
The Boscombe Valley Mystery (Il mistero di Boscombe Valley)
Un vecchio proprietario terriero, il signor McCarthy, tornato da molti anni dall'Australia, viene uccisoin riva a un laghetto. Tutte le testimonianze indicano come colpevole il figlio della vittima, ma Holmes riuscirà a provare la sua innocenza.
Il primo delitto della raccolta coincide con uno dei suoi racconti migliori, dalle tinte fosche e pesanti. Uno studio in rosso è ancora vicino ( residenti delle colonie dal passato misterioso che regolano vecchi conti) ma l'enigma è solido, gli espedienti e la tensione reggono perfettamente e la soluzione, l'unica possibile, convince più di altre occasioni. Certo gli indizi sono piuttosto labili (soprattutto la frase del morente), ma nel complesso è un ottimo prodotto.
The Five Orange Pips (I cinque semi d'arancio)
Il giovane John Openshaw è in difficoltà: lo zio Elias, rientrato dagli Stati Uniti alla fine della Guerra di secessione americana causa disaccordo con l’abolizione della schiavitù, è morto dopo aver ricevutouna misteriosa busta spedita dall’India contenente cinque semi d’arancio e le lettere KKK in inchiostro rosso. Il padre ha fatto la medesima fine.
Cosa si cela dietro questo mistero è ben comprensibile a pagina 0 oggi che la sigla KKK è conosciuta da chiunque. Anche passando sopra a questo, il racconto rimane il più insensato dell'intera opera: l'intreccio è mal ideato e il finale, che ricorre ad una finissima vendetta della provvidenza, assolutamente deludente. Holmes si limita ad aprire l'enciclopedia e lasciar uscire di casa un uomo che verrà ucciso cinque minuti dopo.
The Man with the Twisted Lip (L'uomo dal labbro spaccato)
Neville St. Clair, onesto e benestante cittadino, si reca una nella City per affari. La moglie, durante una passeggiata mattutina in città, lo vede da una finestra mentre ha un'espressione agghiacciante sul viso, come se lui la invitasse disperatamente a salire. La donna si precipita nel locale ma trova solo il proprietario e un barbone. All'arrivo della polizia, vengono trovati i vestiti dello scomparso e alcune chiazze di sangue sulla finestra, mentre nel Tamigi si rinviene un cappotto pieno di penny. Il barbone, Hugh Boone, piuttosto conosciuto in zona per le sue fattezze bizzarre, per lo sporco ma anche per la battuta sempre pronta, viene portato in cella e così la moglie di Neville si rivolge a Holmes. L'idea alla base di questa scomparsa misteriosa è assolutamente ingegnosa, ma la sola idea che un mendicante guadagni così tanto solo perché in grado di far battute è francamente complicata da accettare. Nonostante ciò il racconto è gradevole, e il prologo, in cui Watson incontra Holmes in una fumeria d'oppio, quasi spassoso.
The Adventure of Blue Carbuncle (L'avventura del carbonchio azzurro)
Holmes trova, all'interno di un oca, un meraviglioso diamante azzurro rubato qualche tempo prima. Così tenta di scovare il colpevole proprio ripercorrendo il percorso dell'animale, dall'allevamento alla macellazione.
La componente "gialla" è nulla, ma il racconto offre una splendida rappresentazione della Londra popolare, con i suoi sobborghi e i suoi bottegai, resa dall'autore con verve e qualità narrativa. Ruvido, ma delizioso.
The Adventure of Speckled Band (L'avventura della banda maculata)
La prima vera camera chiusa ordita da Conan Doyle coincide anche con uno dei racconti più riusciti di questa raccolta. La trama è ben congegnata, gli indizi per una volta abbondano e il ritmo è incalzante, carico di pathos e di tensione. L'intreccio è noto a tutti ed è superfluo raccontarlo.
Per quanto riguarda la camera chiusa in sé, il trucco escogitato dal cattivo di turno (stavolta davvero spregevole e di grande impatto) è diabolico, ma la soluzione è una scopiazzata a Poe nemmeno troppo velata. Nel complesso, il modus operandi è un po' troppo machiavellico, gli indizi sono fin troppo rivelatori e non mancano alcune incongruenze (l'espediente del finto campanello e il fatto che nessun medico abbia notato, nel corpo di Julia, i due piccolissimi fori), ma Conan Doyle sa il fatto suo e si vede.
The Adventure of the Engineer's Thumb (L'avventura del pollice dell'ingegnere)
Racconto bizzarro, che si muove sulla stessa linea de La lega dei capelli rossi: il protagonista convinto dal denaro a compiere lavori bislacchi che finisce per rischiare la vita. Ci sono svariate assurdità di sceneggiatura (incomprensibile come il protagonista rimanga vivo, e anche la scusa dell'incendio non regge, né il fatto che sia stato trasportato dalla donna che cercava di mandarlo via), ma qualche sprazzo di tensione ravviva il tutto e lo rende piacevole. Resta comunque un racconto zoppicante, dove Holmes non fa sostanzialmente nulla e il finale delude. Bisogna accettare inoltre la natura un po' naïf ed ingenua di molti personaggi di questa raccolta, soprattutto i cattivi, che spesso ne hanno le fattezze fisiche ma non il cervello e la forza.
The Adventure of the Noble Bachelor (L'avventura del nobile scapolo)
Il racconto, in cui Holmes indaga ancora sulla scomparsa di una moglie nel giorno del matrimonio, offre pochi spunti di interesse: la storia in sé è zeppa di assurdità, il mistero è prevedibile, i personaggi piuttosto scialbi e dall'intelligenza tutt'altro che spiccata, mentre il finale, con tutti riuniti a casa Holmes, quantomeno ridicolo, con la ragazza che chiede scusa e il nobile che se ne va rassegnato. Non giovano certo i toni da commedia, per una breve operetta che si dimentica facilmente.
The Adventure of the Beryl Coronet (L'avventura del diadema di berilli)
L'intreccio, basato sul furto di tre berilli incastonato in un diadema, è semplice ma ingegnoso. Peccato perciò per le mille ingenuità: i personaggi sono troppo feuilletoneschi, la polizia si dimostra totalmente inabile nel fare qualsiasi cosa e anche Holmes compie azioni di rara stupidità. Partendo da questo fatto, la storia scorre via non senza una piacevole adrenalina di fondo e la soluzione della storia, al di là delle imperfezioni, non è male.
The Adventure of the Copper Beeches (L'avventura dei faggi rossi)
Capolavoro! Inutile perdersi nella trama di un meraviglioso gioiello di suspense, dove un Doyle al meglio di se stesso unisce l'imprevedibilità della trama e della conclusione ad un ritmo forsennato, capace di tenere con il fiato sospeso fino alla fine. Ambientazione da brivido, situazioni apparentemente inspiegabili e tensione vertiginosa: il primo passo verso Il mastino dei Baskerville è proprio questo.